Processi d’Italia |
L’aggressione eversiva e furibonda di Berlusconi alla magistratura (lettera al «Foglio quotidiano» del 30 aprile, a poche ore dalla condanna di Previti) rivela in lui la solidarietà non solo con l’amico imputato, ma con il fatto imputato, la corruzione, di cui lui stesso è accusato. Uccidere un fascista non è reato, diceva l’ala (o zampa) violenta della sinistra. Qualcosa di analogo sul diritto di trafficare e profittare comunque, dice la destra liberista. La mentalità dell’impresario impegnato in politica come negli affari propri, dimostra ancora una volta di essere estranea alla cultura della legalità. Stato di diritto e democrazia sono «il governo della legge e non degli uomini» (Bobbio). La legge regna sugli uomini politici, e non viceversa, neppure se fossero plebiscitati. e.p. |