MEMORIA |
Quasi improvvisamente, l’8 ottobre, è morto Paolo Barrera, prete cattolico. Da sempre era innamorato della liturgia ortodossa, quella che il principe Vladimir di Kiev, più di mille anni fa, sentì come un’esperienza di paradiso, per cui (ma anche, in aggiunta, per convenienza politica) si convertì al cristianesimo. Paolo ha lavorato molto per l’amicizia tra cattolici e ortodossi. La chiesa torinese lo ha accompagnato al riposo nella vita di Dio con una liturgia cattolica ed una ortodossa, una di seguito all’altra, nella stesso luogo e tempo. Al fratello Mauro, nostro redattore per vari anni, le nostre affettuose condoglianze. Achille Croce È morto venerdì 3 ottobre Achille Croce, di Condove, umile, saggio, fervoroso apostolo genuino della nonviolenza in valle di Susa e oltre, fino dagli anni ’60. La sua umiltà serena e sorridente e la sua pura semplicità non davano risonanza alla sua vita interiore e al suo pensiero religioso, sempre in cerca di sorgenti spirituali, senza rinnegare la tradizione cristiana, né ai suoi scritti semplici e chiari, ma profondi, sulla liberazione personale e civile dalla violenza. Gli siamo grati di una bella eredità spirituale e ideale. Ricordiamo la dolcezza del suo rapporto umano apertissimo, la gioia con cui incontrava tutti per strada o ci accoglieva nella sua casa. Un vero testimone popolare di nonviolenza positiva, vissuta nel quotidiano. Fondò il Gruppo Valsusino di Azione Nonviolenta al tempo dell’impegno per la legge sull’obiezione di coscienza. A questo scopo fece digiuni pubblici, anche nei giardini di Porta Nuova a Torino, distribuì volantini davanti a chiese e caserme, per cui fu processato per antimilitarismo. Aveva fatto il militare, ma restituì il congedo e venne degradato. Operaio alla Moncenisio, presentò una mozione, votata dalla stragrande maggioranza, con cui gli operai si rifiutavano di produrre armi. Vegetariano, lavorava con amore il suo orto, e ogni venerdì non parlava, per potere vivere meglio la dimensione interiore. Autodidatta di filosofia, scrisse riflessioni personali sulla vita, che offriva agli amici. Manifestò contro le aggressioni militari delle due superpotenze di allora, per la riconversione delle industrie militari in civili, insieme a chiunque cercasse sinceramente questi obiettivi. Nel 1972 il suo gruppo ospitò Ramsahai Purohit, maestro gandhiano, in marcia da New Delhi a New York per offrire all’Onu il progetto di una forza permanente nonarmata e nonviolenta per il mantenimento e la costruzione della pace. Partecipò alle prime Perugia-Assisi e aiutò il sorgere del gruppo torinese del Mir (Movimento Internazionale per la Riconciliazione). Occupò un campo di tiro al piccione, in difesa degli animali, e fu per questo malmenato, ma ne ottenne la chiusura. Fece digiuni contro la guerra nei Balcani e contro la Tav nella valle. Fu per diversi anni nella redazione di «Dialogo in Valle». Il suo impegno ha generato l’impegno di tanti altri, per la pace, per la politica a servizio delle cose giuste. I suoi amici valsusini e torinesi vorranno riascoltare il suo lascito fecondo. Alla moglie Regina l’affettuosa partecipazione del foglio. Enrico Peyretti |