Papa e papolatria

Sempre più debole e malato, il Papa prosegue con tenacia il suo ministero. Noi ne abbiamo discusse tante posizioni e scelte, soprattutto l’enfatizzazione del ruolo papale nella chiesa, e altre coraggiose ne abbiamo con gratitudine ammirate. Oggi gli esprimiamo con rispetto e affetto gli auguri di giorni sereni, col minimo di dolore, e nella consolazione della speranza cristiana, in questo tempo e nell’altro.

Nella debolezza, il suo magistero potrebbe essere più efficace che nella forza. Eppure... siamo preoccupati. Perché abbiamo seguito in tv i festeggiamenti faraonici. E perché abbiamo letto tanti editoriali sul 25° del Papa, ma tutti pieni di elogi. E basta. L’«Osservatore romano» ha perso il senso della misura: «Un gigante della storia»... Ma il card. Martini non aveva auspicato un Concilio o un Sinodo allargato per risolvere tanti problemi urgenti rimasti a oggi del tutto irrisolti?

Certo, oggi sarebbe imbarazzante per i cardinali elettori scegliere un nuovo papa, e magari una nuova linea, in vita del precedente, tanto incisivo. Ma per il futuro bisognerà considerare normale un ministero papale a tempo determinato, come è per gli altri vescovi. È stato proprio questo papa, del resto, a indicare la necessità di ripensare le forme del ministero petrino, finora modellato in modo non sostanzialmente diverso da una monarchia assoluta.

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