PSEUDO-ANTROPOLOGIA COMPARATIVA |
Affari miei |
A seconda dei paesi in cui vive, la «gente» (termine statisticamente poco significativo, ma esistenzialmente sperimentabile) interpreta in maniera abbastanza diversa il senso di responsabilità sociale e civile. Ci sono nazioni in cui la gente «si fa i c... degli altri» (per es. Svizzera, Francia e Germania), e nazioni in cui la gente «si fa i c... suoi» (per es. Italia e Messico). A titolo personale ho potuto constatare che è una gran scocciatura quando il tuo vicino controlla a che ora butti le bottiglie di vetro e in quale contenitore o se tagli la siepe del giardino nei giorni previsti dal regolamento municipale, quando ti denuncia ai vigili urbani perché hai parcheggiato fuori dello spazio assegnato (anche quando a lui non arreca nessun disturbo) o va all’ufficio delle imposte per controllare che tu abbia pagato regolarmente la tua tassa sull’abitazione (l’equivalente dell’Ici), quando ti spedisce un controllo dell’ufficio di igiene perché un tuo collaboratore ha buttato una secchiata di liquido sospetto in un tombino o ti invita per iscritto a spegnere la luce del tuo negozio dopo mezzanotte perché lo considera uno spreco di energia (anche se non è lui che paga). Ma poi ti fa piacere camminare su un marciapiede senza dover fare lo slalom tra le auto parcheggiate, poter inviare un assegno con la posta per pagare una bolletta sapendo che arriverà il giorno stesso, entrare in un ospedale a qualunque ora del giorno e trovare chi ti accoglie con efficienza. Siamo un po’ stufi delle geremiadi della gente che «quelli che si fanno i c... suoi» li eleggono presidenti del consiglio (Italia) o presidenti di corte d’appello (Messico). Stefano Casadio |