MEMORIA |
Domenico Sereno Regis |
A Torino ha avviato vari movimenti, in particolare quel centro di documentazione diventato ora la bella struttura del «Centro Studi Sereno Regis». Era animatore e collegatore tra persone, movimenti, gruppi. La sua idea forte era la democrazia dal basso, che si realizzava nei comitati spontanei di quartiere, poi ufficializzati e molto meno partecipati. Un giovane presente al suo funerale ricordava che Sereno gli aveva detto: «Ricordati che la vita è lotta e servizio». Era uno spirito libero, un cattolico di fede robusta e sobria, di quella tradizione religiosa torinese fatta di azione più che di proclamazioni. La sua fede si traduceva appunto nel servizio per la pace, per la dignità di tutti, degli ultimi, realizzata nella partecipazione popolare alla vita della polis, nello spirito della «onnicrazia» di Aldo Capitini. È stato il tipo del vero «politico», nel senso di «cittadino» (polis-città), contro l’immagine del politico staccato dai cittadini e attaccato al potere, per non dire di chi oggi abusa della res-publica a fini propri. È stato ricordato da amici e continuatori il 23 gennaio con una messa celebrata da don Esterino Bosco nella sede della Gioc, e il 28 da Rodolfo Venditti, Beppe Marasso, Enrico Peyretti e altri nel Centro Studi a lui intitolato. Torino dovrebbe avere una memoria degna di questo cittadino creatore di cittadinanza. Ricordarlo significa chiederci se e quanto stiamo proseguendo, nelle condizioni di oggi, la dedizione civile di cui è stato esempio nell’azione locale e nello sguardo planetario. E. P. |