SCELTE |
E se capitasse a me? |
È indubbiamente una scelta coraggiosa. Ma è eticamente proponibile a tutti? E se un tale dilemma si presentasse a chi scrive o a chi legge? Se ci dicessero: «Tu hai il cancro, qui non ci sono speranze; se ti rechi all’estero, con 100mila euro, avrai serie possibilità». Forse ce la faremmo, sia svuotando il nostro salvadanaio, sia sperando nel buon cuore di amici e parenti. Forse anche moltissimi italiani ed europei, in simile emergenza, troverebbero in qualche modo i soldi per concedere a se stessi una fondata speranza. Ma una minoranza di europei e la maggioranza degli abitanti della terra non si potrebbero permettere questa speranza. E non si tratta solo del caso di operazioni costose; un discorso a parte meriterebbe l’alto costo dell’assistenza a molti anziani. E allora? Dovremmo fin da ora risparmiare fino all’osso, rivolgerci a un’assicurazione privata, contare su amici e parenti? E basterebbero 100mila euro? Oppure dovremmo destinare il nostro superfluo a opere finalizzate alla pace, alla giustizia, alla salvaguardia del creato e non preoccuparci per l’indomani come suggerisce il Vangelo? Non mi sento di emettere una sentenza. Me la sento di dire, come il Galileo di Brecht: «Infelice la terra che ha bisogno di eroi». Ma si potrebbe dire qualcosa di più. 1) Spandere semi di solidarietà, di lavoro gratuito, di liberazione dal dio-denaro. 2) Chiedere, esigere che tutti gli italiani, soprattutto quelli che lavorano nel settore pubblico e in particolare in quello sanitario, si sentano impegnati a costruire un futuro più sicuro non solo per gli altri ma anche per se stessi, in modo da mostrare dello stato un volto efficiente e affidabile. 3) Pagare più tasse e ridurre i consumi non necessari. Fare un sogno. Ogni italiano che compila la sua dichiarazione dei redditi e calcola le sue ritenute si auguri un maggiore prelievo fiscale. Poiché prelievo fiscale in un’Italia che fosse sul serio «repubblica democratica fondata sul lavoro» significherebbe progresso civile, promozione del Sud del mondo, difesa dell’ambiente e garanzia della salute pubblica. Solo così si eviterebbe il dilemma presentatosi a padre Turoldo. Dario Oitana |